Viaggio in Maremma: dove il Lazio e la Toscana si abbracciano
L’autostrada finisce a Rosignano. L’ultimo casello e da lì in poi è solo Aurelia.
Musica dall’autoradio; il finestrino è aperto, il sole scalda la pelle che al Nord aveva preso troppo freddo. Nel baule: tenda, sacco a pelo e zaino.
Arrivare in Maremma è liberarsi dal cielo plumbeo del Nord, senza tuffarsi nel giallo assolato del Sud. È vivere i colori caldi della tavolozza, smorzati da toni più lievi. È un mondo a sé, senza confini regionali. Sono le mandrie di vacche nei campi, i cavalli possenti guidati dai butteri, il buon cibo tradizionale, le spiagge che brulicano di vita tranquilla, gli etruschi che vivono ancora oggi a Tarquinia.
Lungo tutta la costa è un susseguirsi di spiagge: incantevoli. Passato Orbetello, uscita Capalbio: freccia per uscire e in poco tempo si raggiunge Ansedonia. Siamo nel cuore dell’Argentario. Relax in riva al mare negli stabilimenti che guardano l’Isola del Giglio. E (se lo si ama) un’uscita in surf, a cavalcare le onde del Tirreno che già in primavera danno soddisfazione.
Poi di corsa nell’entroterra. La provincia di Grosseto è un susseguirsi di emozioni. Relax nelle terme di Saturnia, quelle naturali, usate già dagli antichi Romani: una cascata di acqua rigenerante in mezzo alle rocce e bianche vasche naturali che l’idromassaggio a confronto non è nulla.
Rapidamente asciutti, ancora con l’odore dell’acqua solforosa sulla pelle, si sale di nuovo in macchina. Un susseguirsi di provinciali tutte curve, che viene rabbia a non aver preso la moto. Ed ecco davanti agli occhi lo spettacolo degli archi di Pitigliano. Era un acquedotto romano, quello che oggi sorregge il paese e che di sera si illumina con i colori del tramonto e con una suggestiva illuminazione pubblica. Vino e formaggio in un’enoteca, che da queste parti il pecorino di fossa è d’obbligo. Pane e olio d’oliva, per gustare il sapore del novello migliore che si possa incontrare.

E di nuovo alla guida dell’auto, tra colline che sembrano coperte di patchwork dai colori bruciati. La provincia di Viterbo è subito lì, manco ci si è accorti di aver lasciato la Toscana e il Lazio è già pronto ad abbracciarci. Da Pitigliano si arriva in fretta a Gradoli, e si inizia a vedere il lago di Bolsena. Un giro nel paese che regala il nome al lago, che è anche il più grande della zona e poi ancora a guidare tra strade tutte curve, protette dagli alberi. Sembra un tunnel infinito nella natura. Il sole ora filtra tra le foglie. Arriva lo spettacolo di Montefiascone, con le sue viuzze ripidissime; si fatica quasi a farle a piedi. In una trattoria mangiamo bucatini e beviamo Est Est Est, un vino bianco molto pregiato, ma poco conosciuto purtroppo. Due bottiglie finiscono nel baule della nostra fedele automobile, che si rimette in moto alla volta di Marta e Capodimonte.
Abbiamo quasi circumnavigato il lago. E qua decidiamo di fermarci, rapiti dalla tranquillità che si respira sulle rive del lago. Il costume è in macchina: un pomeriggio di relax sulla spiaggia di Capodimonte ce lo meritiamo.
Spunta il sole, si riparte. Viterbo è vicina. Ci accoglie con le sue mura. Lasciata la macchina fuori dal centro, è tutto un sali-scendi a piedi per il cuore della città. Si cammina con il naso all’insù, quasi come se si fosse in un mondo fantasy, finché non si incappa nello spettacolo del Palazzo dei Papi. Qua merita investire un po’ di euro ed entrare anche nelle Terme dei Papi per rigenerarsi dal viaggio.
https://www.youtube.com/watch?v=AR_kilP_144
Completamente rilassati, risaliamo sulla fedele quattro ruote: direzione Tarquinia. Ad accoglierci non sono italiani; qui vivono ancora gli etruschi. Lineamenti e modi di fare ci portano lontanissimi nel tempo. Siamo in una cittadina bella, talmente bella che è difficile da descrivere. All’apice della via principale, alla nostra destra il municipio. Ci sentiamo tanto in alto, davanti a noi solo una lunga via in discesa che pare scavata nel tufo. Al fondo il mare. Gli occhi si riempiono di infinito. Siamo alla fine del viaggio, e per la prima volta vorremmo abbandonare per sempre la nostra fedelissima auto e non andare mai più via.
Maggiori informazioni su: Turismo in Maremma